30 gennaio 2013

"Gli innamoramenti", Javier Marìas






E' un libro strepitoso, ricco.
Ricco di concetti e rifessioni sull'amore e l'innamoramento, sulla potenza dei sentimenti, siano essi positivi o negativi, sulla determinazione da essi indotta, ma anche e principalmente sulla morte. Oggi e ieri.

All'inizo può apparire pesante, forse leggermente noioso. In realtà, se letto con attenzione ci porta a condividere motli ragionamenti e a riflettere noi stessi sulla vita, su cosa sia giusto o sbagliato e soprattutto se stia a noi rivelare o meno la verità o quella che ci appare tale.

Una coppia perfetta. Un assassinio. Un uomo. Una donna prudente e discreta che non scade nello stereotipo della donna innamorata, pur essendolo.
La verità rimane in bilico, la tentazione di svelarla si risveglia improvvisa.

Concetti e riflessioni espressi con magistrale capacità. Un libro al quale avvicinarsi con pazienza, con la volontà e la consapevolezza di leggere un'ottima prosa di introspezione.


23 gennaio 2013

Un pomeriggio da ingannare. All'Ikea

 
 
Giornate grigie, pioggerelle, buio, febbriciattola, congiuntivite, NOIA.
 
Questo pomeriggio, dopo giorni chiusi in casa malaticci e stufi di giocare con le macchinette, i pastelli, i libri e le collane di mamma (e già!) siamo usciti nonostante non ci sentissimo ancora del tutto in forma.
 
Siamo andati all'Ikea. A due passi da casa, con parcheggio coperto e con nessuna intenzione di acquistare nemmeno un set di scatoline da due euro e novantanove.
E ci siamo divertiti.
Tanto.
Siamo subito andati all'area giochi del settore bimbi (lui è ancora troppo piccolo per l'area giochi vera e propria) e il ballerino è sgattaiolato dentro al divertentissimo tunnel-gioco verde, scivolato sullo scivolo rosso, ha incontrato una bimba con la quale ha giocato a nascondino nella tendina indiana, ha collaborato all'inaugurazione del primo viaggio di un trenino di legno e si è conteso con altri bimbi una coccinella gigante sulla quale dondolarsi. E poi si è fatto rincorrere dalla mamma tra gli espositori delle palle morbide e delle lampade a forma di simpatici insetti.
Tra qualche difficoltà abbiamo fatto merenda al bar col menù bimbi per lui e l'aperitivo svedese con birretta (ogni tanto ci vuole!) per me.
Era talmente stanco e soddisfatto che mi ha permesso di percorrere la strada verso l'uscita serenamente, seduto tranquillo sul carrello girandosi ad ammirare quel tripudio di luci e colori.
Ecco, come abbiamo passato un'altra uggiosa e fredda giornata di gennaio.   

17 gennaio 2013

Movimento

 
 
 
Ho voglia di rimettermi in gioco, di buttarmi nella bolgia, di gente, corse, auto, semafori, colori sbiaditi dalle lunghe ore di buio che l'inverno porta con sè e che tanto mi sanno di produttività, efficacia, senso. Non senso della vita. Quello no. Quello ce l'ho ben presente e lo guardo crescere, imparare, stupirsi ogni giorno. Ho voglia di dare un senso a quello che io posso fare al di là della famiglia, o, dovrei dire, al di là di lui.
Mi piace indugiare, accoccolarmi nelle mie passioni lente e trovare il mio posto, ma in questo momento è altro ciò di cui sento il bisogno. Voglio tornare nel mondo. Ho dei progetti, forse poco concreti, ma qualcosa che mi frulla per la testa ce l'ho. Sogno, penso, pianifico... forse realizzo.

13 gennaio 2013

Progressi

 


 
 
In due sole settimane, il tempo delle vacanze dall'asilo nido, mi sono accorta che il piccolo ballerino biondo ha acquisito molte nuove capacità.
 
Sul piano fisico lo sviluppo è avvenuto sempre secondo i tempi indicati, (seppure non si finisca mai di apprendere che ogni bambino sviluppa le varie competenze in periodi diversi e che pertanto non esistano tempi "previsti").
Intorno ai sei mesi il ballerino avanzava strisciando a mo' di marine, procedeva a gattoni a 9 e pochi giorni dopo aver compiuto l'anno camminava senza aiuti e correva temerario cadendo in continuazione, ma senza lamentarsi o spaventarsi, si proteggeva con le manine e faceva leva su di esse per tiarsi su.  Tuttora accade, a volte, che l'equilibrio gli manchi e si ritrovi seduto o disteso sul pavimento, però posso affermare che ormai cammina e corre con sicurezza.

A 16 mesi mangia la pappa da solo, con la forchetta, seduto a tavola con noi, e lo fa già da un po'. Questo, ritengo, sia frutto (oltre che del processo imitativo che attua all'asilo nido) del nostro tentativo di educarlo all'alimentazione in modo naturale, senza imporgli la pappa quando non la voleva (difficile, in realtà, che non la volesse), facendolo sempre accomodare a tavola con noi e offrendogli fin da subito assaggi dei nostri pasti.
....questo argomento richiederebbe un post a parte, intanto, se volete, fatevi un giro nell'autorevole e interessante sito: autosvezzamento....
Si lava le manine da solo, utilizza lo spazzolino per strofinare, in un modo molto approssimativo, i 6 dentini che gli abitano la boccuccia, si slaccia le scarpe e cerca di aiutarmi a vestirlo e svestirlo.



Nel linguaggio non è stato un bambino precoce. Ha sempre parlottato e chiacchierato tantissimo, ma le paroline vere, quelle dette con cognizione di causa comincia a proferirle in questi giorni
Accanto ai classici "mamma" indirizzato finalmente alla persona giusta, "papà" scandito bene e con l'accento per distinguerlo dalla, per lui altrettanto importante parola "pappa", ora ha imparato a dire una versione facilitata del suo nome, a comunicarci il suo bisogno fisiologico quotidiano, a cercare acqua, ciuccio, biscotto (che bene o male già pronunciava) e latte, a salutare al telefono il nonno, la nonna o la zia, a riconoscere alcuni elementi della natura, a dire un sempre perentorio "no, no" accompagnato dal ditino dimostrativo e, a volte, ci gratifica con dei timidi TI (=si). Il tutto all'improvviso, con una repentina precisione nell'utilizzo dei vocaboli e un'incessante loquacità.

Ditemi, succede sempre così? Che di punto in bianco, un giorno, ti accorgi di cambiamenti epocali avvenuti in modo impercettibile? Che ora mi ritrovo con un bimbo autonomo, o quasi, in un sacco di attività?
 

10 gennaio 2013

Ma quando lavorerò di nuovo sul serio.....

Ormai sono quasi due anni che non lavoro con regolarità, pur avendo (avuto) un lavoro a tempo indeterminato. Il fatto è che prima sono rimasta a casa in maternità anticipata e poi, viste le condizioni non buone in cui versava l'azienda, sono stata "invitata" a stare a casa con il bambino "che così te lo godi" per quasi tutta la maternità facoltativa.
Chiaro, a me faceva piacere starmente con lui ma, parliamoci francamente, con il 30% dello stipendio non andavo da nessuna parte e allora si è raggiunto un accordo per cui mi è stato dato parte del TFR pur di non gravare sul bilancio dell'azienda e godermi il piccolo in tutta tranquillità.
Dopo poche settimane dalla ripresa del lavoro però, la situazione era molto peggiorata e siamo finiti in cassa integrazione prima ordinaria, ora straordinaria e tra poco mi ritroverò ad ingrossare le già folte fila di disoccupati.
Ok, bene. Questa è la situazione. Per un periodo avrò l'indennità di mobilità, ma con un solo stipendio, spese del mutuo, asilo nido, assicurazioni varie e spese fisse mensili non ce la si fa. E poi, voglio assicurare a mio figlio un futuro dignitoso senza rinunce esagerate.
 
Quindi è bene che mamma si trovi un lavoro.
 
Ah Ah Ah !
 
E dove vado ora? Con tutti i disoccupati che ci sono, più giovani, senza figli e... uomini!?
 
Mi sono trovata nella stessa situazione 6 anni fa, ma le circostanze erano diverse. Un po' più di offerta nel mondo del lavoro c'era ed io ero preparata, con una buona esperienza e disposta a spostarmi. Eppure già all'epoca mandai centinaia di curricula e feci decine di colloqui. Un lavoro poi lo trovai, ma non fu facile. Oggi, invece, ho decine di amiche, donne, ormai sulla quarantina che fanno da mesi e forse anni la stessa cosa che feci io ma......
  
 
N I E N T E
 
 

Sono dell'idea che oggigiorno un lavoro ce lo si deve inventare o si muore nell'attesa. Non so se ho abbastanza fantasia o coraggio per farlo, ma non posso nemmeno aspettare in eterno. 



7 gennaio 2013

Febbre e rimedi



Dopo 3 giorni di reclusione con febbre quasi a 40°, finalmente oggi abbiamo approfittato del sole splendente e temperature quasi primaverili e abbiamo fatto una breve passeggiata nei dintorni.
Passata l'indisposizione del piccolo, sembra che tutta la famiglia si debba rimettere in moto.
Vanno cambiati il lenzuolino del lettino e le lenzuola del lettone dove il piccolo febbriccitante è stato accolto per ricevere le giuste coccole (che, si sa, hanno poteri taumaturgici), lasciando inevitabilmente i segni della sua permanenza. Il piccolino riprende pian piano a mangiare con la sua solita voracità e presto vorrà sgambettare all'aperto per un tempo ben superiore a quello di una tranquilla passeggiata.
  
Le accortezze da adoperare in caso di febbre alta che mi hanno suggerito al pronto soccorso sono più o meno quelle dettate dal buon senso: tenere la casa ben umidificata, far bere al piccolo molti liquidi (il ballerino beve solo acqua o tutt'al più latte, non gli abbiamo ancora mai offerto bibite o succhi di frutta sperando di ritardare il desiderio di bevande troppo dolci o troppo addizionate, di conseguenza, al momento, non gradisce nemmeno spremute d'arancia o tisane di altro genere), lasciarlo dormire tutto il tempo di cui ha bisogno e somministrare gli antipiretici osservando dosi e modalità prescritte (solo se la febbre supera i 38°C). Contrarimanete a quanto si possa pensare, inoltre, non è opportuno coprire troppo il piccolo durante il picco massimo di temperatura, bensì va spogliato affinchè possa disperdere il calore.
Se la febbre sale molto, come è successo al nostro piccolino, è sempre bene farlo visitare da un medico per escludere eventuali processi infettivi. Spesso la febbre con molto raffredore può sfociare in otite. A quanto mi dicono se vostro figlio ha l'otite ve ne accorgete!
In linea generale se gli antipiretici fanno effetto e il bambino nonostante la febbre è tranquillo e giocoso, non c'è nulla di cui preoccuparsi oltre che di un piccolo male di stagione.
 

5 gennaio 2013

I libricini del ballerino

Il mio ballerino ha la febbre e in questa meravigliosa giornata di sole siamo costretti a casa.
Cosa si fa a casa in queste circostanze?


Abbiamo letto molti libretti, ripescato i carezzalibri di quand'era un cuccioletto d'uomo e tra le pagine cartonate sopravvissute alle sue precedenti incursioni abbiamo cercato la pecorella nascosta, accarezzato le orecchie del BU (leggi cane), "graffiato" l'acqua e indicato altri animali.
GIOCHIAMO A NASCONDINO



Da alcuni mesi il suo libro preferito è DUE EROI NELL'ORTO,
gentile concessione del negozio IKEA. La sera prima di dormire guardiamo e ascoltiamo le straordinarie avventure di Erik ed Eva che diventano piccini piccini e aiutano gli ortaggi a sopravvivere nella calda estate. Così la carota e il broccolo sono diventati i nostri migliori amici e il ballerino ora ha anche una soffice, grandissima e arancionissima carotona sul suo lettino. 
 
 
 
Babbo Natale ha portato il primo libro del mitico Giulio Coniglio: UNA GIORNATA DI GIULIO CONIGLIO e insieme ci appassioniamo al coniglio e ai suoi amici animali che pranzano e vanno a fare un giro in barca godendosi la bella giornata.... almeno loro possono!
 
 
 
 
A 15 mesi il mio ballerino non ha ancora una grande capacità di concentrazione e ascoltare le storie non è facile per lui. Più che altro indichiamo gli oggetti e lui li nomina nella sua lingua, ma sono convinta che condividere questo momento speciale, entrare insieme nelle storie abbia un'importanza fondamentale nello stabilire un forte legame affettivo e nell'appassionare il bambino all'amore per i libri.
 
Gli altri libri che frequentiamo in questo momento sono libri musicali, colorati e luccicanti, carezzalibri e filastrocche, con la speranza che il ballerino riesca presto a porre un po' più di attenzione alle storie.


 
 

2 gennaio 2013

"Diario d'Inverno"

Inauguro l'anno con Diario d'Inverno di Paul Auster.
Auster è un autore un po' controverso per quanto mi riguarda. Di lui ho amato alcuni libri, assaporandoli e trovandoli sconvolgenti e travolgenti. Altri sono passati. Non dico indifferenti perché con Auster questo non è possibile, tuttavia li ho trovati meno intriganti.
Diario d'inverno è un libro autobiografico ed ero curiosa di saperne di più dell'autore che in un modo o nell'altro ha per me un fascino misterioso. Auster si mette a nudo, narrando dei suoi affetti, delle numerose case in cui ha abitato, dei segni tangibili del suo vissuto sul suo corpo, giungendo alla, ahimè, facile conclusione che ormai le stagioni più importanti della vita se ne sono andate.
 
 
I tuoi piedi scalzi sul pavimento freddo mentre scendi dal letto e vai alla finestra. Hai sessantaquattro anni. Fuori l'aria è grigia, quasi bianca, il sole non si vede. Ti domandi: quante mattine restano?
 
Una porta si è chiusa. Un'altra si è aperta.

 
Sei entrato nell'inverno della tua vita.