Mi riapproprio del mio spazio, che mi piace conservare intimo. Un luogo nel quale confidarmi come se fosse solo mio, sebbene sia pubblico.
Questo è il motivo per cui mantengo l'anonimato.
Nel tempo in cui vince l'apparenza io sono anacronisticamente controcorrente.
Non mi piace rivelare troppo di me. Non amo espormi, anche se, avendo deciso di avere un blog questa potrebbe sembrare la scelta più sbagliata.
Non ero così. Mi piaceva discutere, esporre la mia opinione, confrontarmi e cercare di capire quella degli altri.
Oggi no.
Preferisco mantenere un profilo basso. Rimanere sulle mie ed evitare stupide discussioni con stupida gente, perché oggi le persone sono maleducate, irrispettose, arroganti e superficiali.
Mi manca un confronto chiaro e pacato con qualche slancio di accalorata convinzione.
Mi sto appiattendo? Non sono più in grado di appassionarmi a nulla?
Adoro sbirciare nelle vite degli altri, di coloro che me lo permettono. Mi piace immaginare le loro case, i loro bimbi, le loro dinamiche famigliari e i loro lavori. Io, però, non mi concedo troppo. Credo che ci sia un "errore bloccante" (citazione da software) che mi frena e mi inibisce. Sento l'esigenza di sbloccarmi, in qualche modo.
Di nuovo, riemerge la mia natura irrequieta, mai contenta. La mia essenza confusa.
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