3 giugno 2013

Lavoro = tempo rubato?

Il lavoro nobilita l'uomo, conferisce dignità, produce ricchezza, o almeno, sostentamento alle famiglie.
Questo è quello che ho sempre pensato.

Sono sempre stata legata ad un concetto tradizionale di lavoro. Sentivo la necessità di avere uno stipendio mensile, un lavoro a tempo indeterminato e non perché pensassi, o tantomeno intendessi, trascorrere la mia intera vita lavorativa nello stesso posto, ma soltanto per avere sicurezza, e, contemporaneamente, anche la libertà di poter scegliere di cambiare quando e come volessi. (E infatti ho cambiato davvero tanti lavori, un giorno mi farò un bell'elenco).

Ora, andare a lavorare, trascorrere ore chiusa in ufficio lontano da casa e soprattutto lontano dal mio piccolo mi pare uno spreco immane di tempo prezioso.
I mesi in cui ho potuto "godere" della cassa integrazione riuscivo a prendermi cura della casa e a cucinare cibi genuini, sbrigare la macchinosa burocrazia familiare a occuparmi del ballerino senza sentirmi in colpa.

 ...  Ops... Io stessa rileggendo quanto ho appena scritto non mi riconosco nella stessa me di prima di essere mamma!
Mai amato particolarmente fare la casalinga, cucinare manicaretti o elaborare strategie del risparmio casalingo, ma con il ballerino, con questo piccolo clown che fa smorfie e faccette adorabilmente improbabili e canticchia e danza con entusiasmo supremo e sincero, be' le cose sono decisamente cambiate e oggi darei di tutto pur di avere un lavoro che mi permettesse di essere soddisfatta e presente.

Niente più ambizioni di sicurezza ma solo tanta, tanta voglia di gestirmi tempi e modi.
La famosa conciliazione tra accudimento della famiglia e soddisfazione lavorativa di cui tanto si parla, è una realtà possibile?
 

6 commenti:

  1. Sì è possibile. Anche perché io, per dire, riesco a godermi di più i miei cuccioli solo se per qualche ora al giorno sto lontana da loro. Il lavoro mi serve per avere uno spazio tutto mio, per essere altro da "mamma di", ed essere una mamma migliore quando somo a casa.

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    1. In realtà io mi sentivo comunque altro da la "mamma di" anche quando non lavoravo, forse perché il piccolo frequentava il nido e io mi barcamenavo con qualche lavoretto alternativo.
      Ma quello che mi e vi chiedo è se si possa essere una mamma attenta e contemporaneamente avere delle soddisfazioni dal lavoro. Per me è importante avere un lavoro che mi piaccia e mi gratifichi altrimenti, davvero mi sembra di rubare tempo prezioso che potrei investire in altro.

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  2. Ci son giorni in cui farei molto a meno del lavoro per dedicarmi a tempo pieno alla famiglia mentre ci sono giorni in cui se non avessi il lavoro diventerei matta....

    ..pero' capisco il tuo pensiero perfettamente perchè è un passaggio che post-figli ho fatto anche io!!

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    1. Si, forse quando il ballerino sarà più grande la mia visione cambierà. Rimane però il desiderio di sentirmi realizzata anche dal punto di vista lavorativo. Lo so. Forse pretendo troppo, ma d'altra parte il mio blog si chiama "essenza irrequieta" per qualche motivo ;-)

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  3. sarebbe bello, trovare un modo per far convivere al meglio le cose...
    lo sto disperatamente cercando, e prima o poi...

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