Finalmente sabato.
Finalmente un sabato non lavorativo in cui splende il sole e che posso trascorrere con il mio ballerino.
Le prime ore dell'alba, il papà è già andato al lavoro, insieme nel lettone. Abbracciati, con le sue manine che esplorano i miei capelli. Come sempre.
Facciamo colazione in terrazza accompagnati dal canto degli uccellini e dai rumorosi sorrisi dei bimbi vicini.
Un po' di incombenze domestiche, come usavamo fare tempo fa, lui che adorabilmente goffo mi passa i panni da lavare, e poi bicicetta, caschetto e via in centro.
Casualmente scopriamo che la sua cuginetta settenne esordirà di lì a pochi minuti in uno spettacolo teatrale allestito dal centro estivo.
Decido di entrare nel piccolo teatro e descrivo al ballerino di cosa si tratta, facendogli notare il palcoscenico e le luci e spiegando cosa accade normalmente in questo luogo magico, gli mostro il pubblico in attesa.
E' già stufo e non sono sicura che possa essere interessato, penso piuttosto che potrebbe dare segni di impazienza. Così ce ne andiamo. Ma dopo poco torniamo sperando che la rappresentazione abbia avuto inizio.
E' così. Entriamo e stiamo accanto all'uscita, non si sa mai, in piedi con il piccolo aggrappato a me come fosse una scimmietta. Un po' di timore, tanta gente e una cosa nuova, là nel mezzo del buio.
E' affascinato invece. Tiene a mezz'aria il pezzettino di pane che stava mangiando e osserva e ascolta totalmente assorto. Ci sono bambini di sette, otto, dieci anni che raccontano in chiave ironica l'evoluzione della comunicazione. C'è poca musica e poche canzoni, eppure il mio ballerino è completamente catturato da quello che succede. Ho persino osato sedermi e lui non ha protestato.
In quel luogo incantato una dozzina di bimbi in maglietta bianca e jeans hanno creato un evento magico che ha commosso pure me, mamma di un potenziale piccolo attore.
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