24 marzo 2013

Un bello spavento

Ieri abbiamo lasciato il ballerino un'oretta dai nonni. Io avevo bisogno di recuperare le energie. Ho avuto il tempo di farmi un bel bagno caldo e lavarmi i capelli. E' servito.
 
Non lo lasciamo spesso e mai troppo a lungo. I nonni non sono in piena forma e a me dispiace gravarli del dolce peso di un bimbo così vivace, ma so che a loro fa piacere e anche il piccolo ci sta volentieri.
 
Il ballerino non sta mai fermo e spesso gioca con uno sgabello di legno che trascina di qua e di là e che ieri, come altre volte, ha fatto cadere. Questa volta però ci è andato di mezzo lui stesso.
La nonna dice che ha tanto pianto ma  non si capiva se per lo spavento o se si fosse fatto davvero male. 
 
Arrivato a casa, si è addormentato una mezzora in braccio a me, sul divano. Una cosa che non succede mai. L'abbiamo cambiato, gli abbiamo dato il latte e messo a dormire. Il tutto mentre continuava a piangiucchiare. Pensavamo che fosse eccessivamente stanco, spaventato e mettiamoci pure che nel pomeriggio l'avevamo un po' rimproverato. Abbiamo creduto fosse scosso emotivamente.
 
Durante la notte però si svegliava piangendo forte e non capivamo cosa gli dolesse. Non sapevamo davvero cosa fare. In tutto questo trambusto l'ho portato a cambiare il pannolino ed è così che ho notato l'alluce del piedino destro tutto nero e un po' gonfio. 
 
A questo punto sono chiaramente scattati i sensi di colpa. Perché l'avevamo lasciato? Non avremmo dovuto rimproverarlo nel pomeriggio, avremmo dovuto subito capire dove si era fatto male e perché piangesse.
I sensi di colpa ci hanno perseguitato per un bel po'. Alla fine abbiamo deciso che era inutile incolparci di quello che era successo. Io avevo assolutamente bisogno di un po' di spazio altrimenti sarei stata più nervosa e me la sarei presa con lui o con il suo papà, probabilmente lo stesso sarebbe successo anche in mia presenza e facendo mente locale mi son ricordata che quando l'abbiamo cambiato per mettergli il pigiamino non abbiamo notato l'unghia e il dito nero, quindi non avremmo potuto proprio capire che era quella parte a dolergli.
 
Oggi, con la pioggia e un vento improvviso, armata di passeggino, fascia e (prevedendo una lunga attesa) di borsa con le sue cose, l'ho portato al pronto soccorso. Da sola perché suo papà ancora non sta bene.
Ci hanno rimandato a domani per la visita con l'ortopedico. Ci hanno detto che probabilmente non gli verranno fatti né raggi né ingessatura, ma che sarà lo specialista a valutare l'entità dell'ematoma. Sarà possibile che gli buchi l'unghia in modo da attenuare la pressione delle pulsazioni, la reale causa del dolore.

3 commenti:

  1. Niente sensi di colpa. I bambini si fanno male punto e basta e che tu ci fossi o meno non cambia la solfa ...avrebbe giocato con lo sgabello e si sarebbe fatto male lo stesso ...e finchè l'ematoma non esce non riesci a capire cosa fa male a un bimbo "non parlante" ...tanta soldarietà e speriamo che non debbano bucargli l'unghia perchè deve essere doloroso...

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  2. Invece l'unghia gliel'han bucata. Povero cucciolo. Ma è stato bravo e speriamo che ora guarisca presto.

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  3. Scusami, ho letto solo oggi...
    Ho visto comunque dal post successivo che il peggio è passato, per fortuna!
    Portare i bambini all'ospedale è qualcosa che fa veramente male....

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