7 giugno 2013

Eccola, la temuta otite

Siamo stati fortunati, il ballerino e noi genitori.
Si dice che il primo anno di frequenza al nido i bimbi stiano più spesso a casa che all'asilo.
 
Invece, nonostante la quotidianità a stretto contatto con ricettacoli di batteri, bimbi più e meno vulnerabili e cagionevoli, il nostro piccolo ometto raramente è stato male.
Certo, non sono mancate le corse al pronto soccorso per un incontro ravvicinato con un mobiletto contenitore di giochi o per il ditino diventato nero sotto il peso massiccio di uno sgabello di legno, ma il devastante virus gastrointestinale che a novembre costrinse a letto (o sopra la tazza del water) la gran parte dei suoi amichetti e tutto il personale del nido, non gli ha fatto un baffo. Se l'è cavata in modo disinvolto anche quando ci sono stati sporadici casi di scarlattina e varicella, e quando i bimbi stavano a casa per intere settimane, lui si faceva due, tre giornetti di febbre non troppo altra e poi riacquistava forma e vivacità.
 
Ma ora, il temuto spettro dell'otite si è materializzato e il piccoletto ha febbre alta da due giorni, senza interruzione e senza significativi cali di temperatura. E' per noi una situazione relativamente nuova.
 
Due occhioni lucidi mi scrutano imploranti nella penombra della cameretta, le guance rosse e il corpicino bollente, a tratti incandescente, si dimena sofferente. Non mangia, e questo è davvero indice di  malessere!, non vuole bere e dargli l'antibiotico è un'ardua impresa.
Ora dorme, mi illudo che un buon sonno gli farà bene, nel frattempo non posso far altro che stargli vicino, coccolarlo e abbracciarlo. Sembra che sia ciò di cui ha più bisogno.

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